Cala il sipario su un’altra commedia. Alla fine, hanno vinto le ragioni della politica con la “p” minuscola. «Meglio confermare la fiducia al più forte, che coalizzarsi tra “deboli”». Questo, in sintesi, l’orientamento seguito da quei partiti della coalizione di centro-sinistra, che minacciavano di far crollare dall’interno il governo di Palazzo dei Bruzi.
Il senso di realismo è prevalso sulla voglia di agitare le acque. La maggioranza consiliare doveva approvare il riequilibrio di bilancio. Il voto era atteso per la settimana scorsa. E invece è arrivato ieri. Troppo alta la posta in gioco, Nelle stanze del municipio iniziava a circolare la preoccupante voce che senza una repentina approvazione del documento di programmazione finanziaria, il consiglio sarebbe andato incontro ad uno scioglimento dall’alto. Gli esperiti di amministrazione degli enti locali smentiscono. I superinformati confermano. Ma al di là delle deduzioni affrettate, rimane il dato politico di una maggioranza che si è ricompattata per evitare di scivolare nel baratro. Le insistenti richieste di verifica e la battaglia di comunicati, si sono sciolte davanti alla necessità comune di ripristinare gli equilibri che si sono instaurati a Cosenza a partire dai primi anni novanta.
«Ma cosa vogliono veramente quei partiti che hanno deciso di non garantire più un sostegno permanente al sindaco Mancini?», si chiedono quei dieci o dodici cittadini che hanno ancora il coraggio e la pazienza di seguire le vicende “politiche” cosentine. Le risposte a queste domande sono più vicine di quanto si possa pensare. In realtà, scavalcando le apparenze, qualcuno, nella cosiddetta sinistra istituzionale, coltiva ancora in grembo quel vecchio desiderio di annullare l’organigramma tecnico disegnato dall’ex leader del Psi, per sostituirlo con una Giunta tutta politica. Qualcun altro – sempre all’interno della stessa area – rivendica un assessorato comunale. L’incapacità di ottenerlo genera un’insofferenza che si ripropone in modo ciclico.
Ci sono, inoltre, soggetti che appoggiano la Giunta solo nelle giornate di sole. Quando la mattinata è stata nuvolosa – e magari Tizio o Caio non sono stati ricevuti dal dirigente comunale di turno – gli amici di Tizio e Caio decidono di insubordinarsi. Infine, sulle poltroncine della maggioranza siedono consiglieri che orami hanno dichiarato guerra ai Ds e a tutto ciò che vi si avvicina. L’estromissione di alcune “anime” dal processo politica di formazione della nuova Quercia, ha creato notevoli ripercussioni. Tra i Laburisti democratici europei, per esempio, c’è un colonnello fermamente intenzionato a manifestare la sua ostilità nei confronti della corte. Forse, ad onor del vero, è uno dei pochissimi consiglieri ad operare sulla base di reali motivi di principio.
La giornata di ieri è stata caratterizzata da una frenetica attività di ricucitura. Gli incontri “appartati” si sono susseguiti per tutto il pomeriggio. I capigruppo hanno avuto più di un confronto. In prima serata, l’accordo è stato raggiunto. Nessuno ha voluto accollarsi la responsabilità di passare allo storia come il regista di un sabotaggio. Ma i guastatori torneranno a farsi sentire. Per tutti i partiti, la politica inizia quando si spengono le telecamere.
Claudio Dionesalvi
Il Domani, 9 ottobre 1999
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