Il consiglio come un ring

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«Chi vota a favore? Contro? Chi si astiene? All’unanimità!» Una frase ossessiva ha accompagnato la seduta consiliare levatrice dello statuto comunale. A fine serata, il presidente Perugini era stremato da una maratona di numeri, articoli ed emendamenti. È noto che sulla stesura del nuovo ordinamento, i consiglieri sprigionano le loro migliori energie. Dalla metà degli anni novanta, in tutti i livelli della politica, il tema delle regole è al centro degli sforzi che i partiti producono per giustificare la propria esistenza e “stare al passo con la società”. L’epica cosentina narra le gesta di una maggioranza lacerata da reciproche antipatie tra gli spezzoni che la mantengono in piedi. In gioco non è più – come all’inizio dello scorso autunno – il cosiddetto “monopolio della confidenza”: la competizione, cioè, tra chi deve farsi scattare per primo una foto ricordo a braccetto col sindaco Mancini, unire la propria immagine al carisma del primo cittadino, o comunque essere unico destinatario di un feeling.
Sul piatto c’è ora un altro motivo per cui scornarsi. Il protagonismo. Non proprio quello dei grandi numeri e delle prime pagine. Alcuni consiglieri, a cavallo tra maggioranza e opposizione, hanno capito che in fondo esiste uno spiraglio nella complessa immagine costruita da questa amministrazione con la sua macchina burocratica e comunicativa. E quindi si sgomita per partecipare, apparire, dire la propria, affermare: «Ci sono anch’io».
Un atteggiamento tutto sommato legittimo, frutto di un’aspirazione alla democrazia in senso pieno. Più profonda è la ferita apertasi tra la Sdi e i Ds. Venerdì sera si sono vissuti anche momenti di tensione. Si è sfiorato l’incontro di box. Nella furia di rivendicare la paternità sugli emendamenti, Damiano Covelli (Ds) e Saverio Greco (Sdi) si sono fatti travolgere dalla passione. È volato pure qualche spintone. È stato provvidenziale l’intervento dei vigili urbani. E le emittenti locali hanno opportunamente tagliato la scena. Un peccato, perché l’attività consigliare è anche fatta di scontri ed è giusto che il cittadino lo sappia. Così come sarebbe importante spiegare a tutti che con il nuovo statuto i consiglieri potranno diventare normali stipendiati. Al vecchio “gettone di presenza” si potrà preferire un’indennità di funzione, che non dovrà superare un terzo della paga del Sindaco, ma sarà comunque un salario superiore a quanto guadagna il più retribuito dei dipendenti delle cooperative comunali.
Claudio Dionesalvi
Il Domani, 16 gennaio 2000

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