San Lorenzo del Vallo, “Non entrate in quel castello”

San Lorenzo del Vallo. In corteo per restituire alla gente un monumento trasformato in un mattatoio. I giovani del comitato civico pro-castello di San Lorenzo del Vallo hanno dato vita ieri ad una giornata di mobilitazione per riprendere una battaglia che va avanti da anni. Dopo la mini-manifestazione che si è svolta in mattinata, nel pomeriggio l’iniziativa ha registrato un dibattito nella sala consiliare, alla presenza di personaggi del mondo politico ed istituzionale. “La risoluzione del problema castello – si legge in una nota del comitato – e di conseguenza il recupero e la valorizzazione, potrebbero rappresentare la rinascita della nostra comunità, ma anche la rinascita delle comunità del comprensorio, sia dal punto di vista economico, occupazionale, turistico, commerciale”.
Lo scontro con l’amministrazione comunale è stato provocato dall’atteggiamento poco determinato, che il sindaco Mario Salvati avrebbe mantenuto in tutta la vertenza. Anche ieri mattina, il primo cittadino non ha voluto ricevere i cronisti che chiedevano aggiornamenti sugli ultimi sviluppi della vicenda. Gli storici fanno risalire il primo insediamento del castello di San Lorenzo del Vallo al XIII secolo. Pare sia appartenuto alla famiglia Sangineti di Altomonte. Ha subito diverse ristrutturazioni. La più rilevante è datata 1496. Nel ‘700, durante la permanenza della marchesa Lucrezia della Valle degli Alarcon-Mendoza, sono stati effettuati i lavori che lo hanno portato all’assetto architettonico odierno. Tra gli ospiti illustri del castello figura anche il nominativo del filosofo Campanella. Durante l’occupazione nazista i tedeschi lo avevano trasformato in quartier generale e al momento della ritirata lo incendiarono per rappresaglia. Nel 1964 è stato acquisito dall’Unione nazionale di lotta contro l’analfabetismo.
“Ma in realtà – spiegano gli esponenti del comitato – da allora ad oggi ha avuto ed ha una gestione privata mediante un’appropriazione illegale. Nonostante nel 1978 il Ministero dei Beni Culturali abbia promosso il castello a Bene di Interesse Storico Artistico e nonostante interventi di ristrutturazione, oggi il monumento vive un degrado endemico, soprattutto perché le amministrazioni presenti e passate non hanno mai affrontato seriamente il problema”. Nel 1995 l’ultimo atto di questa storia infinita: il castello è stato espropriato dietro pagamento all’Unla di 250 milioni “ed al colono – precisa il comitato – sono andati altri 30 milioni, dunque la proprietà è passata al Comune, ma ancora oggi un cittadino ne detiene la chiave e il castello è chiuso al pubblico”. I giovani sanlorenzani sfidano i responsabili di questo abuso e promettono che “con le buone o con le cattive questo diritto sarà conquistato”. Da sottolineare che secondo gli abitanti di San Lorenzo in occasione dell’ultimo intervento di ristrutturazione è stata spesa l’esorbitante cifra di un miliardo e duecento milioni, grazie ad un progetto approvato dalla Regione. Ma il castello rimane ancora inagibile ai piani superiori. La lotta per liberare il monumento è stata condotta a suon di interrogazioni parlamentari, carte legali e pubbliche assemblee. Oggi, nonostante la determinazione dei giovani manifestanti, la situazione si è impantanata. E così, una struttura che potrebbe essere utilizzata per creare momenti di cultura, cooperazione ed incontro, rimane prigioniera dei mille silenzi di una regione in cui la logica delle clientele offusca le intelligenze e paralizza i tentativi di uscire dalla palude dell’indifferenza.
Claudio Dionesalvi
Il Domani, 21 dicembre 1999

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