Li riconosci se all’improvviso prendono a declamare versi, i poeti. Dovunque. Nella metropolitana forsennata, ai margini di un braciere, nel pieno di una festa o un funerale, sui gradini in saliscendi di scale che a volte né conducono all’alba né a un tramontare.
Ruotano il busto a fiutare pertugi d’aria, offrono le braccia al cielo, non cercano l’ascolto che ottengono senza elevare il tono di voce già imperioso persino quand’è sussurrato. Il cantare gli è congeniale. Non invocano l’ausilio di qualcheduna musica che scivoli da sottofondo. Invadono l’aria di parole stridenti e armoniose, dimesse o illuminanti, vogliose e prive di espressi desideri.
Li identifichi quando, boriose o umili che siano, le persone d’istinto si volgono all’ascolto delle voci loro, nel rinnovare l’atto antico del cantar parlato che non si conforma. Paiono Stromboli: prossimi a chi osserva, uniti al paesaggio in apparenza, dalla restante umanità invero sono distanti un mare. Eppure nessuno se n’accorge, si fatica a distinguerli lontani quando da tergo ricevono soffusa luce.
E tutt’intorno ballonzolano magare, folletti dispettosi e madamigelle arcane, sbuffi di vulcani, lucciole, saette e colori delicati.
La voluttà di plasmare a volte li spinge a riempire le contrade dove nacquero e conobbero passioni e deluse aspettative. Così allestiscono ludiche serate, riempiono di giochi, bimbi, menestrelli, profumi antichi e fuochi le stradine dei borghi desolati. Assemblano umanità che mai s’incontrerebbero. Dribblano sorridendo amari le insane richieste dei politici baroni che governano il pubblico denaro e piegherebbero le arti ai loro malsani interessi incorniciando poeti, musicisti e pittori nelle botteghe dei propri clienti, negli sgabuzzini dei loro attici sbiaditi.
Ci sono ancora in giro poeti camminanti senza inginocchiarsi.
Ce n’è uno che si aggira per le terre solcate dal Savuto. È arcinoto e adorato nell’iberica penisola. Si chiama Daniel Cundari. Insieme ad artigiani, visionari e narratori ha portato il pane della cultura nel borgo Pittarella. Nei prossimi anni LIEVITAZIONI richiamerà migliaia di viandanti. E sarà un privilegio averla vista per la prima volta di fermenti antichi lievitare ancora.
Claudio Dionesalvi
Daniel Cundari a Lievitazioni
(video di Alfonso Morelli, durata 2 minuti)
foto Loredana Caruso
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