“8 e 9”, nostra drammatica e gioiosa epopea

Il sipario dischiude una gradinata a sviluppo verticale. Un coro da stadio trabocca dai palchi, scuote la platea. Al “Rendano” è andato in scena “8 e 9”, ode al calcio cosentino e alla lirica del football globale. Il teatro di tradizione accoglie lampi di rituali originari di un altro luogo custode di catarsi massive: la curva. Interprete ne è il più autorevole dei contemporanei poeti della letteratura orale calcistica, Francesco Repice, su testo di Francesco La Luna e Andrea Marotta, brillanti giornalisti cosentini rimasti avvinghiati alle arcane vie della terra che li generò.
Quando un anno fa mi invitarono a recitare una parte in questo loro spettacolo, fui travolto da risata interiore: “Io? Ma non sarei capace. Non sono un attore”. Poi m’è venuto in mente che da bambino avevo un fratello poeta e drammaturgo. Lo chiamavo Signor Capo. Lui mi soprannominò “Clown”. Erano gli anni settanta. Mi faceva recitare nella sua compagnia d’avanguardia. Si chiamava “Nuova Immaginazione”. Così ho riflettuto pure sul fatto che crescendo divenni ultrà, cioè attore tragico nell’orchestra del teatro calcistico. E in tempi recenti ho avuto l’onore e il piacere di salire sul palco della Terra di Piero per declamare i versi di Sergio Crocco “Canaletta”. Tuttavia, il palcoscenico incute soggezione. Il teatro – mi dicevo – è una faccenda seria almeno quanto il football. Alla fine c’è voluto un professionista, Ernesto Orrico, per convincermi a osare. Lui al teatro ha consacrato un’esistenza.
Può suscitare piacere vedersi scorrere dinanzi agli occhi del cuore il nostro passato, purché si riesca ancora a godere del presente. Sebbene sia un gioco miliardario, posseduto da multinazionali, fondi internazionali e malavita finanziaria, il calcio continua a generare riti popolari, collettivi e propiziatori. L’umanità complessa, che intorno all’industria del pallone da sempre si raduna, vive l’intreccio perenne di vita sociale, esistenze individuali ed eventi calcistici, spesso in modo del tutto indipendente dallo star system.
È stato davvero un privilegio giocare a far l’attore per qualche giorno. Sono grato al Francesco cronista, amato da milioni di radioascoltatori a tutte le latitudini; al geniale Andrea che crebbe nel nostro “Tam Tam e Segnali di Fumo”, e a Francesco che della Luna non ha solo il cognome ma anche la luminosità intellettiva. Grazie a loro, con gli uomini della cooperativa Invasioni, operativi nel “Rendano”, col regista Matteo Corfiati e il produttore Tommaso Galli Torrini, e con Daniele Palma e Valerio Iovene, i due dolcissimi figuranti che hanno interpretato Gigi e Denis, sul palco, ma soprattutto altrove, ho potuto assaporare momenti conviviali irripetibili. Indimenticabile la visione di Cosenza da prospettive a me inedite, come i finestroni del teatro nella scuola media dello Spirito Santo, dove abbiamo effettuato le prove. Magnifici i camerini e le quinte del “Rendano”! Stupenda la giornata vissuta nel “Marulla” aperto solo per noi. Carico di pathos il viaggio verso la lapide di Denis, con Marco De Marco e Canaletta, in un’alba piovosa, quando le lacrime, invece di erompere per finta, hanno iniziato a sgorgare davvero. Elettrizzanti le presenze in carne e ossa dei miti della mia adolescenza, nelle prime file del “Rendano”: Gigi Simoni, Ciccio Marino, Claudio Lombardo e Alberto Urban. Tonificante l’abbraccio dei vecchi tifosi che da mercoledì scorso mi fermano per le strade della città, commentando lo spettacolo.
Tutte le volte che m’azzardo a immaginarmi straniato, sconnesso da lei, questa città m’attrae impetuosa. E non riesco a serrare le palpebre, così le spalanco, quasi potessi sentirlo con gli occhi, quel coro che nel “Rendano” dal loggione diluvia: “LUPI – LUPI – LUPI”.
Claudio Dionesalvi

PS
grazie a Santino Figliuzzi per avere ideato, realizzato e avermi donato la sciarpa COSENZA, che ho indossato al “Rendano”; una sciarpa stupenda, recante simboli e caratteri ben al di là dello spazio-tempo

No Comments Yet.

Leave a Reply

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *