di Antonello Fazio
Capita sempre più di rado, ma capita ancora, per fortuna, di incontrare uomini e donne che credono in quello che fanno, che si abbandonano al racconto e alla lettura – due facce, in fondo, della stessa sostanza –, che prendono posizione sulle cose del mondo e che guardano ai suoi misteri e alle sua anime, alle sue finestre e ai suoi scorci con meraviglia e interesse. A me, sempre per fortuna, è capitato da poco, pochissimo tempo, imbattendomi in “Lettere minuscole”, libro pubblicato dalla casa editrice Le pecore nere Editorial-Italia. Un incontro per me felice, con il racconto di questo ragazzo che, sullo sfondo dei bombardamenti del ’43 su Cosenza, scopre delle lettere mai recapitate di soldati e finisce col trovare una parte di sé e di un mondo del tutto sconosciuto; con il suo autore, il calabrese di Cosenza Claudio Dionesalvi, e con la co-direttrice della casa editrice italo-argentina che non solo ha dato alle stampe un libro inconsueto e sorprendente, ma che da anni ormai lavora ad un grande progetto culturale costruendo mattone dopo mattone l’unico ponte di cui veramente c’è un bisogno estremo: quello che unisce mondi diversi ma vicini, l’Argentina all’Italia, senza cadere nella trappola dei folclorismi ma cucendo intelligenze e sensibilità, guardando al di là dei confini e delle distanze. Da qui, il passo verso questa intervista è stato breve e, soprattutto, naturale.
l’intervista completa su:
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