Beirut, viaggio nella città fantasma

I ritmi sono ispirati a quelli del grande Wim Wenders. I paesaggi hanno decisamente poco di romantico. Dal viaggio in Libano di un fotoreporter cosentino, Vittorio Giordano, nasce un videodocumentario. Una sequenza di immagini prive di retorica, scolpisce i volti di un popolo che da lunghi decenni non conosce tregua.
Non capita spesso che un giornalista della Rai decida di calarsi anima e corpo nei propri servizi televisivi. A Nello Rega, professionista romano dell’informazione, è capitato di lasciarsi rapire dagli scenari che stava immortalando. Beirut, il quartiere di Chatila, il campo profughi palestinese, gli sono entrati nel sangue. La prima volta era andato per conto della Rai. Quel viaggio gli si è impresso nella coscienza ed è diventato il primo di una lunga serie. Da semplice osservatore di un conflitto, è divenuto operatore di missioni umanitarie, presidente della Onlus Together, promotore del progetto Libanitaly.
Di cosa hanno bisogno i bambini e le donne di Chatila? Scuole ed ambulatori sono costruiti da Hezbollah, il partito di Dio, che nella scorsa estate ha resistito trionfalmente all’avanzata militare dell’esercito israeliano ed oggi riscuote il consenso delle masse arabe, e non solo. Hezbollah significa anche autogoverno del territorio ed autonomia. Nello Rega e la sua organizzazione sono in Libano per contribuire al cammino della ricostruzione e per alleviare le sofferenze dei profughi palestinesi, rifugiati in Libano al termine delle innumerevoli guerre combattute a partire dalla seconda metà del novecento.
Vittorio Giordano ha seguito Rega in viaggio, documentando tutto. Nel suo cameracar, rischiarato dalla luce forte ed altalenante che solo Beirut può offrire, si intravedono gli scheletri di palazzi bombardati e i grovigli di tubi del campo profughi, che nel 1982 fu teatro di uno dei più tremendi massacri della storia contemporanea. Milizie cristiano-maronite, spalleggiate dall’esercito israeliano, uccisero centinaia di profughi palestinesi inermi.
Nell’album di immagini rischiosamente carpite da Giordano durante il suo viaggio tra i vicoli di Beirut, risalta l’atmosfera desolata di una meravigliosa città fantasma, svuotata dalle tensioni innescate dalla recente manifestazione promossa da Hezbollah.
Intanto, volontari scaricano farina dai container, soldati della missione Unifil presidiano le strade, ma non possono entrare a Chatila. Le chiese sono vicine alle moschee; un accompagnatore parla con gente invisibile, nascosta dietro le finestre, spianando la strada ai due cronisti italiani.
In alcune sequenze, brillano gli sguardi dei bambini e delle mamme nell’asilo infantile. Sono i medesimi occhi che si possono incontrare in una delle nostre ludoteche o all’interno dei centri operativi nei quartieri periferici delle città italiane. Cambia la prospettiva, mutano le aspettative. Per mettere in funzione un asilo come quello di Chatila, bastano 10mila euro all’anno, compresi i compensi per le operatrici ed il cibo per garantire ogni giorno la mensa dei bambini.
Nello Rega gira l’Italia in cerca di fondi e contributi. Per farlo, ha scelto l’occhio e la macchina da presa di Vittorio Giordano, che martedì 6 marzo, a partire dalle 21.30, mostrerà le sue immagini nel Centro Sociale Autogestito Neo Ex Villaggio del Fanciullo di contrada Caricchio.
Claudio Dionesalvi
Calabria Ora, 6 marzo 2007

 

 

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