Una ferita nell’inguine per una «scorza di fichi»

Trascrizione in volgare meridionale
 
Cosenza rione massa, Anno Domini 1815
Nella ditta cittadina di Vienna, dopo la ditta caduta de lo galantuomo di Napoleone, li ditti diligati de le magnifiche et vittoriose corti de l’ Europa,  dittavano da capo la historia, riponendo lu possente culo di li Sovrani a lu postu di prima et li quali gridavano: ’armonia et ordine’.
Nel mentre che li ditti capi stavano a disputare, alla città di Cusenza, li genti comuni stentavano ancora a campare e a morire, pe’ piccoli questioni.
 Nel giorno 29 novembre lu sartu Franciscu Gallo s’intratteneva d’innanzi a la propria putiga, sita intra la pubblica strada ditta di San Lorenzo a lu riuni dittu di la massa, sfamandosi di le fichi siccati.
“Verso le ore venti vedendo passare l’ accusato Antonio Pino suo amico in atto di scherzo, gli gittò la metà della scorza di una di dette fichi, che andiede a colpirlo in un braccio.
Il Pino ebbe ciò in dispregio e se ne sdegnò. Trattò di scostumato l’amico e minacciò di prenderlo a schiaffi. Colui cercò di giustificarsi, ma l’accusato entrato maggiormente a corrivo, prese mano ad una baionetta che portava, e tirò contro del Gallo un colpo verso la pancia, cagionandogli una ferita nell’inguine destro profonda sino al peritoneo.
La ferita fu giudicata pericolosa di vita, e dopo del decimo giorno, cessò di pericolo e la incapacità di travaglio”.
La  Gran Corte criminale  dichiarava: “colpevole il suddetto Pino di ferite senza danni permanenti e senza malattia o incapacità di travaglio oltre il vigesimo giorno”.
Dicono che quando il Pino rivide il Gallo, ebbe a dirgli: Tu mi tirasti la scorza della ficu perché ti sentisti offeso… ma io ti infilzai i testicoli.
 
Testo in italiano
 
A Vienna  nell’anno 1815, dopo la caduta del galantuomo di Napoleone, i delegati delle vincitrici potenze europee decisero di riunirsi per riscrivere la storia nel 3° grande “Congresso” dell’età moderna, rimettendo il culo dei sovrani al posto di prima. Dettarono i principi ispiratori: equilibrio e armonia, ma sempre nell’ottica dell’assolutismo.
Nel mentre che a Vienna succedeva ciò, a Cosenza, come al solito si viveva e si moriva di cose molto più piccole: altro che armonia ed equilibrio!
Nel giorno 29 novembre del 1815 il sarto Francesco Gallo si intratteneva davanti la propria bottega sita nella pubblica strada  detta di San Lorenzo (Un luogo identificabile in San Gaetano o la Massa o le Vergini), mangiando fichi secchi.
«Verso le ore venti vedendo passare l’accusato Antonio Pino suo amico in atto di scherzo, gli gittò la metà della scorza di una di dette fichi, che andiede a colpirlo in un braccio.
Il Pino ebbe ciò in dispregio e se ne sdegnò. Trattò di scostumato l’amico e minacciò di prenderlo a schiaffi. Colui cercò di giustificarsi, ma l’accusato entrato maggiormente a corrivo, prese mano ad una baionetta che portava, e tirò contro del Gallo un colpo verso la pancia, cagionandogli una ferita nell’inguine destro profonda sino al peritoneo.
La ferita fu giudicata pericolosa di vita, e dopo del decimo giorno, cessò di pericolo e la incapacità di travaglio».
La  Gran Corte criminale  dichiarava: «Colpevole il suddetto Pino di ferite senza danni permanenti e senza malattia o incapacità di travaglio oltre il vigesimo giorno».
Quando il Pino rivide il Gallo ebbe a dirgli: Tu mi tirasti la scorza della ficu, perché ti sentisti offeso… ma io ti infilzai i testicoli
Maria Spadafora
Claudio Dionesalvi
Asincrono, n° 2 maggio 2005

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