Mimmo Lucano: «Mi vogliono delegittimare»

Nuvoloni grigi sul cielo di Caulonia. Atmosfera elettrica nella sede che ospita l’«Officina delle idee», rifugio temporaneo dei lucaniani. Intorno a Mimmo Lucano, sindaco esule di Riace, i compagni che non lo lasciano mai: Francesco Saccomanno e Laura Cirella del Prc, Giuseppe Tiano ed Alba Aceto dell’Usb, Luca De Brasi dell’associazione «Basta poco, chi ci vo’?», il mediattivista Francesco Cirillo, Ilario Ammendolia ex sindaco di Caulonia, il fedelissimo Enzo Infantino, gli attivisti dei collettivi reggini, la candidata a sindaco di Riace Maria Spanò.
Nelle motivazioni con le quali il tribunale del Riesame ha confermato che Mimmo deve stare lontano da casa, la giudice Tommasina Cotroneo definisce Spanò, attuale assessora ai Lavori Pubblici, «la longa manus» di Lucano. Lei è talmente indignata da minacciare il ritiro della candidatura. Tutti in sala la convincono a desistere. Il neonato comitato 11 giugno, che lancia la manifestazione popolare a sostegno di Lucano in concomitanza con la prima udienza del processo a suo carico, rileva come «le motivazioni esprimano un gravissimo giudizio, personale e politico, sia su Lucano sia sull’attuale candidata a sindaco di Riace, Maria Spanò: un’entrata a gamba tesa nelle vicende politiche e democratiche del Comune.
L’immagine di Lucano – dicono i presenti – che ne viene fuori, stravolge la realtà e si infrange con la sua cristallina personalità». A un certo punto Lucano sbotta: «Ma quale marionetta? È l’opposto. Caso mai è la Spanò che comandava me. Da quello che scrivono questi magistrati, esce fuori un profilo distorto della mia persona. Mi vogliono delegittimare. A me non è mai piaciuto comandare». Qualcuno in sala ipotizza che queste motivazioni a 10 giorni dal voto potrebbero servire a svilire la portata politica del vasto consenso ormai raggiunto dal sindaco sospeso. «Cosa è questo se non un giudizio politico?», sottolineano gli attivisti del comitato.
A pochi giorni dalla lectio magistralis di Lucano alla Sapienza, a 48 ore dall’intervento all’università della Calabria, «la longa manus è di Salvini», gridano in sala. Lucano annuisce. Secondo Giuseppe Tiano, «in tutta Italia c’è un fermento nuovo che solo Lucano, evidentemente, riesce a intercettare. Il suo messaggio politico è dirompente, un’onda di umanità che rappresenta, di fatto, l’unica opposizione all’attuale governo e una prospettiva politica alternativa di speranza e uguaglianza».
Intanto si definiscono i dettagli per la grande manifestazione dell’11 giugno davanti al tribunale di Locri. Previsti pullman da tutto il sud. Ma a Riace in tanti sono sicuri che la prima risposta agli attacchi politico-giudiziari di questi giorni arriverà il 26 maggio. Nel Meeting Bar tutti giurano che tornerà azzurro «Il cielo sopra Riace».
Claudio Dionesalvi, Silvio Messinetti – Caulonia (RC)

il manifesto, 19 maggio 2019

 

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