Circa tremila cosentini hanno sfidato la pioggia e il freddo di ieri per partecipare alla processione della Madonna del Pilerio. Un rito celebrato nel connubio tra la fede popolare e le più alte cariche ecclesiastiche. Un’occasione per toccare con mano l’enorme devozione che la città è in grado di esprimere nei confronti di una sacra icona.
Quando la statua è uscita dal Duomo, il clima ha dato l’impressione di essere quasi solidale con i fedeli: i nuvoloni neri, sui tetti di Cosenza Vecchia, sembravano assopiti. Ma dopo quaranta minuti di cammino, la pioggia si è abbattuta sul corteo, trasformandolo in una gigantesca fungaiola di ombrelli. Qualcuno ha fatto notare che un acquazzone così intenso, durante la festa patronale, non si vedeva dall’inizio degli anni ottanta.
In testa alla sfilata, preceduto dalla banda musicale di Mendicino, l’arcivescovo Agostino, accompagnato da una schiera di sacerdoti della curia. Sui lati, le tradizionali due file di suore e al centro la statua sorretta dai portatori: un gruppo di volontari vestiti d’azzurro, che tramandano di padre in figlio il compito di trasportare la Madonna del Pilerio. In coda, una folla eterogenea, composta prevalentemente da donne anziane. Tanti i disabili che hanno voluto partecipare alla processione, accompagnati da parenti ed amici. Qualche lacrima sul viso dei fedeli che ogni anno affidano alla Madonna i propri voti e un attimo di paura, all’altezza della chiesa di Santa Teresa. Un uomo sulla cinquantina è stato colto da malore ed immediatamente soccorso dall’ambulanza. Dopo qualche minuto, si è rimesso in piedi ed ha ripreso a seguire il percorso, che ha toccato le vie principali del centro cittadino. In piazza Valdesi, la processione è stata accolta dai fuochi d’artificio e al corteo si sono aggregati gli esponenti del Comitato per la salvaguardia del centro storico.
Un altro piccolo incidente si è verificato nei pressi della casa delle culture, dove la corona che sormonta la statua ha urtato contro i cavi dell’illuminazione. I portatori si sono accorti in tempo del pericolo e hanno superato l’ostacolo. Dai balconi di corso Telesio, i cosentini hanno salutato la Madonna lanciando fiori. Una folla ha atteso il rientro della processione nel Duomo dove monsignor Agostino ha celebrato la messa, davanti ad un’enorme folla di fedeli. All’esterno della cattedrale i bambini non hanno rinunciato a mangiare torroni mandorlati e mostaccioli, nonostante fossero inzuppati di pioggia.
Claudio Dionesalvi
Il Domani, 13 febbraio 1999
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