A Celico il melodramma che racconta il presente

Una comunità di produzione artistica tedesca piomba nella presila. Ritmi metropolitani, germogliati nelle pieghe dell’asfalto di Monaco, sbarcano in Calabria. Ventuno giovani di 13 diverse nazionalità si esibiscono su un palcoscenico dalla struttura tradizionale, ma allestito sulle fluide geometrie del teatro d’avanguardia. Evento pirotecnico, coreografico, musicale, multimediale…in una parola: melodramma. Cinque anni di lavoro e tremila chilometri di viaggio per mettere in scena un’opera da terzo millennio, concepita ed eseguita manipolando gli strumenti dell’hip hop, la controcultura nera nata nel bronx all’inizio degli anni ottanta. L’esperimento realizzato dal musicista e compositore Vridolin Enxing consiste proprio nella contaminazione tra un genere classico e le forme espressive di una modernità corrosiva, ritagliata negli spazi angusti dei quartieri ghetto, tra uno stereo portatile che spara note secche e corpi danzanti nelle gommose movenze della breakdance. Un’utopia, quella del signor Enxing, sviluppatasi nel lontano 1994, nei centri giovanili di Monaco. Due anni dopo, grazie anche al sostegno economico delle autorità politiche tedesche, nasceva la West End Opera. Nel novembre 1997, ben 132 giovani partecipavano alle fasi preliminari della costruzione dello spettacolo. Un lavoro consuntivo sull’attore, che si sviluppava attraverso la rivisitazione di tutti i campi della produzione scenica. Un mese dopo, quei giovani, la maggior parte dei quali letteralmente rubati al marciapiede, cantavano, facevano rap, ballavano, andavano sugli skates, filmavano, componevano testi. Miracoli di fine millennio: la morte dell’arte come valore assoluto genera artisti in ogni angolo del pianeta. Quei giovani si spogliavano dei panni di tossicodipendenti, disoccupati, “senza fissa dimora” e studenti perpetui. Si erano trasformati in artisti. L’opera iniziava a prendere forma. Il Comitato alla Cultura del consiglio della città di Monaco finanziava il progetto con un totale di 250mila marchi. Ad ogni partecipante veniva corrisposto un compenso di nove marchi ad ora. Nel ’98 interveniva in sostegno dell’iniziativa persino l’ufficio di collocamento di Monaco. Il ministero sociale concedeva un locale per le prove. Giovani un tempo estranei al professionismo teatrale si impadronivano degli strumenti tecnici e culturali per affrontare l’impatto con il pubblico. Le fasi preparatorie introducevano un programma di lavoro basato sulla fotografia, il video, l’uso del computer, la tecnica di lavorazione del legno e metallo. Il teatro diveniva cavallo di Troia delle coscienze, incuneandosi tra le pieghe della realtà, senza rifugiarsi nelle grottesche manie di professionismo, che spesso caratterizzano le italiche “scuole” teatrali d’avanguardia. L’opera raccoglie e proietta sul palco esperienze vissute dagli autori: “K”, che ha subito una violenza sessuale ad undici anni; Serap, la turca, viene costretta a seguire il fratello fuori dalla casa West End perché suo padre la vuole sposata in Turchia. Alle spalle dei personaggi, incombe un maxi shermo, sul quale scorrono immagini, corredate da sottotitoli in italiano. Nel mese scorso, dopo la prima a Monaco, la West End Opera iniziava la tournèe europea per approdare in Italia all’inizio di questa settimana. Con il sostegno del sindaco di Monaco, Christian Ude, e del vice presidente del consiglio regionale della Calabria, Enzo Caligiuri, la compagnia recita per due settimane in Italia meridionale. Sabato 10 luglio, alle 22, sarà a Celico, nell’anfiteatro del pattinodromo comunale. Ad ospitare Enxing e i giovani della West End è Giovanni Turco, comico dell’arte, fondatore della Teatri Organizzati Nord Terronia. Turco si è fatto promotore, negli ultimi anni, di un approccio all’arte drammatica molto simile a quello dei suoi amici e colleghi provenienti da Monaco. Sabato, a Celico, l’ingresso sarà libero. Gli organizzatori sperano che anche il pubblico sia libero da freni inibitori e reagisca alle innumerevoli stimolazioni che partiranno dal palco. Il finale prevede una sorpresa esplosiva. Gli appassionati cosentini di hip hop non nascondono una certa curiosità e salutano l’iniziativa con l’inconfondibile: “Bella sto'”.
Claudio Dionesalvi
Il Domani, 7 luglio 1999

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