Fuochi vietati nella processione

Tanta, tantissima gente, ma anche qualche polemica nella tradizionale processione di San Francesco di Paola. Sabato scorso un enorme corteo di fedeli ha fatto da cornice alla statua nel suo rituale percorso di saluto ai cosentini. Non sono mancati i momenti di tensione. All’altezza della piazzetta di San Gaetano, un gruppo di abitanti del quartiere aveva allestito una batteria di fuochi d’artificio. Da alcuni decenni, infatti, il passaggio della sacra icona viene accompagnato da un lancio di razzi e dallo scoppio di mortaretti. Allo spettacolo pirotecnico organizzato dai ragazzi della parrocchia, si unisce da sempre l’iniziativa autonoma degli abitanti di Lungo Crati e della Piazza Piccola, particolarmente legati alla figura si San Francesco. Per molti fedeli, la festa religiosa, trova un momento di partecipazione votiva nell’esplosione dei petardi, che segnalano a tutta la città una simbolica sospensione del tempo. Ma proprio mentre la processione stava attraversando la zona di San Gaetano, due agenti di polizia hanno fatto irruzione sul ponte, nel tentativo di impedire l’uso dei fuochi d’artificio. Troppo tardi. La miccia era stata già accesa e una prima raffica di bengala è partita. A quel punto gli agenti hanno fermato ed identificato uno dei promotori del lancio di mortaretti. Immediata la reazione degli abitanti della zona, che hanno civilmente ma animosamente protestato a gran voce, denunciando il carattere inedito di una simile forma di censura. Un poliziotto, ha replicato sostenendo che «l’ordine di vietare lo scoppio dei petardi era stato dato dall’arcivescovo, monsignor Agostino». Dopo pochi minuti di discussione, la situazione è tornata alla calma. Alcuni passanti hanno ricordato che qualcosa di analogo è già accaduto su via Roma, in occasione della festa della Madonna del Pilerio. La processione di San Francesco ha terminato il suo iter circa due ore dopo, colorata da un fitto lancio di petali. All’interno della chiesa, le reliquie custodite in due urne vetrate sono state visitate fino a tarda sera. Migliaia di cosentini hanno voluto genuflettersi sotto i variopinti tendaggi allestiti sull’altare, rinnovando con doni votivi e preghiere il loro omaggio di fede ai sandali e al cappuccio del prodigioso frate.
Claudio Dionesalvi
Il Domani, 30 maggio 2000

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