Gli specialisti internazionali di malattie alle ossa a lezione da un cosentino

Il dottor Biagio Amato è un “popiliano” DOC. Lo sguardo umile e profondo, il tono di voce rasserenante, Biagio è orgoglioso d’essere cresciuto a via Popilia, storico quartiere popolare di Cosenza. Ripercorre con orgoglio il cammino compiuto sin qui. Ma non ama sfoggiare titoli, medaglie e attestati, nonostante ne avrebbe tanti da esibire. Pacato ma deciso, spiega che ci sono malattie debellabili o comunque arginabili, ma le multinazionali farmaceutiche e il sistema delle cliniche private boicottano la cultura della prevenzione. Sono disturbi che colpiscono il corpo umano in tutte le sue componenti, mortificano la qualità della vita, costringono milioni di persone a subire un lungo calvario in centri specialistici e strutture sanitarie improbabili. Tra le più diffuse, la scoliosi e l’osteoporosi. Anche per effetto dei moderni stili di vita, sempre più sedentari, proliferano e aggrediscono due fasce d’età vulnerabili: bambini e anziani. I docenti di scienze motorie, entrando nelle classi delle scuole primarie e medie, oggi rilevano l’impressionante aumento di anomalie nella struttura ossea dei più giovani. In alcune scuole l’incidenza del problema raggiunge la soglia del 70 percento.
Esistono pure patologie sociali ancora più gravi di quelle fisiche: l’egoismo, la solitudine, l’utilitarismo, l’impossibilità di accedere ai servizi. Hanno assunto un carattere virulento dall’esplosione della crisi strutturale del 2007. Ci rendono rabbiosi, disgregati, conflittuali verso i nostri pari, quasi mai nei confronti di chi detiene i poteri politici ed economici.
Un ritorno alla mutualità, allo scambio di beni e servizi, alla condivisione delle competenze, sarebbe la migliore medicina contro l’odio sociale dilagante. Soprattutto, allevierebbe le sofferenze di milioni di persone ridotte a una condizione di indigenza latente, spesso dissimulata per una questione di pudore. Alla crisi economica si aggiunge quella di valori.
C’erano una volta medici, terapisti, avvocati e insegnanti disposti a prestare parte della propria opera in senso mutualistico, rapportando cioè la propria parcella alle condizioni sociali dei loro pazienti, assistiti, utenti e allievi. Fino al secolo scorso, in contesti sociali rurali come in quelli industrializzati, nel secondo dopoguerra operavano di queste figure. Ma oggi ce ne sono ancora in giro? Esistono professionisti disponibili a rinunciare al proprio compenso per le prestazioni erogate a soggetti precari e indigenti?
A Cosenza qualcuno ancora c’è. Non vogliono pubblicità, guai quindi a citare il nome del loro centro di scienze motorie e fisioterapiche, ma i dottori Biagio Amato, Fabio Manna e Giovanni De Vico unitamente ai loro collaboratori, Gianmarco Panucci Francesco Palmieri e Luigi Palermo, accolgono pazienti di ogni fascia sociale, spesso curando persone impossibilitate sia a sostenere i costi esorbitanti della sanità privata, sia ad attendere lo smaltimento delle bibliche liste d’attesa dell’ospedalità pubblica. A una qualità elevata delle prestazioni associano un approccio umano alle problematiche dei loro pazienti. Delle rare potenzialità scientifiche di questi educatori e terapisti cosentini sono consapevoli prestigiose strutture nazionali di ricerca, che da anni li invitano a relazionare nei seminari scientifici, come di recente ha fatto la Fondazione Don Gnocchi IRCCS di Firenze. E da qualche settimana ne hanno preso atto anche gli esperti del ministero della Salute che hanno contattato il dottor Amato dopo aver seguito con attenzione il suo intervento al VI Congresso nazionale “Journées Perdriolle 2016”. Efficace il contributo dello staff degli educatori e terapisti cosentini. Amato ha esposto alcune semplici ma fondamentali procedure per la prevenzione e cura di uno dei fastidi più diffusi del nostro tempo: il mal di schiena. “Le scienze motorie – ha spiegato Amato – aiutano la persona a ripristinare le capacità di movimento e il mantenimento dello stato di salute dinamica, favorendo cosi l’inserimento nella vita sociale e lavorativa dell’individuo”. Nella seconda relazione Amato si è soffermato sull’importanza delle scienze motorie nella prevenzione dell’osteoporosi fin dall’età adolescenziale. Inoltre ha evidenziato l’inesistenza dell’insegnamento di tale disciplina nelle scuole elementari, nonostante “il primo obiettivo della primaria sia la percezione e presa di coscienza del proprio corpo. Il filo conduttore – ha concluso l’esperto fisioterapista e docente di Scienza Motorie – è la prevenzione, il mantenimento dello stato di salute dinamica”.
Cosenza diventa dunque polo d’eccellenza per il contrasto di patologie che tormentano gran parte della popolazione. Ed è suggestivo il fatto che a raggiungere questo risultato siano professionisti che hanno costruito la propria credibilità in lunghi anni di studio e sacrifici, spesso provenendo dai quartieri popolari della città, senza elemosinare la protezione delle famiglie politiche che hanno portato al tracollo della sanità in Calabria.
Claudio Dionesalvi

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