Anziana sgomberata finisce all’ospedale

Dalla piazza piccola al più lussuoso degli hotel cosentini. È stata una giornata molto movimentata per la signora Concetta Capolingua, 71 anni, di cui 36 vissuti nell’appartamento al terzo piano di via Gaeta 19, nel cuore del centro storico. Ieri mattina 15 agenti della polizia municipale hanno bussato alla sua porta. Il comandante ha preferito impiegare tutti gli uomini a disposizione, perché forse temeva che la vecchietta avrebbe opposto resistenza. E siccome a Cosenza non esistono problemi di traffico, la presenza dei vigili non è necessaria nel centro cittadino durante le ore di punta: tutti a sgomberare la vecchietta! «Deve uscire subito da questa casa – hanno detto – perché è pericolante». I vigili erano già stati in via Gaeta, lo scorso 2 novembre, per notificare un’ordinanza che recava la data dell’11 ottobre ‘98. Alla signora Concetta che sopravvive con una pensione di 700mila lire al mese, avevano intimato di abbandonare la casa entro 24 ore. La protezione civile aveva effettuato un sopralluogo. Negli ultimi anni, quasi tutti gli edifici del centro storico sono stati visitati da esperti ed ingegneri, che hanno rilevato il carattere fatiscente di molti palazzi. Le situazioni più disastrose sono state riscontrate nel rione Santa Lucia. I vigili hanno provveduto a sgomberare alcune famiglie, che fino al marzo scorso venivano sistemate in alberghi, a spese del Comune. Poi l’amministrazione ha deciso di eliminare questo servizio provvisorio, perché troppo dispendioso. Inoltre, le persone sfrattate rientravano di notte nei loro appartamenti. Si era arrivati al paradosso di costruire enormi muri nei pressi delle abitazioni inagibili per impedire agli abitanti di accedere alle loro case. Pur di offrire un’alternativa alle famiglie alloggiate in albergo, il Comune era, ed è, disposto a coprire in parte il costo dell’affitto degli appartamenti. Ma ad una condizione: i senza-casa devono provvedere a trovare un nuovo alloggio. La medesima offerta è stata fatta alla signora Concetta che però è sola al mondo e non può sostenere le spese di affitto con la sua misera pensione. Inoltre, i proprietari cosentini hanno imparato la lezione e non sono disposti a stringere accordi con persone che godono del contributo comunale, «perché – dicono – quei soldi arrivano sempre con un ritardo mostruoso». I senza-casa devono fare anche i conti con la consuetudine di sgonfiare i contratti di affitto: nessun proprietario è disposto a trascrivere, nero su bianco, il prezzo pattuito per la locazione di un appartamento. E così, visto che la signora Concetta non è riuscita a trovare una sistemazione, i vigili hanno messo i sigilli alla sua casa. «Se li rompe – avrebbero detto – saremo costretti ad arrestarla». Quando l’anziana donna si è resa conto di quello che stava accadendo, ha avvertito un forte malore e i vicini di casa hanno chiamato l’ambulanza. Non ha sopportato il pensiero che qualche sciacallo avrebbe potuto approfittare della sua assenza per introdursi nell’appartamento e rubare le poche cose che le sono rimaste. Nel pomeriggio, Concetta stava già meglio. È stato Franco Corbelli ad accorrere al suo capezzale. Il leader di “Diritti Civili” ha provveduto a sistemarla, per una notte, in un hotel, in attesa che l’ufficio servizi sociali provveda a garantire alla donna un alloggio. Sarebbe il minimo.
Claudio Dionesalvi
Il Domani, 26 novembre 1998

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