Salerno: era una guerra annunciata

SALERNO – Il quarto uomo di Fiorentina-Grasshopper, il belga Flament, non deve avere grande dimestichezza con i fuochi d’artificio. Altrimenti, uscendo dal terreno di gioco, si sarebbe accorto che quel petardo scoppiettante era un “Trik trak”: sette piccole esplosioni danno un segnale di allarme, prima del grande botto.
E Vittorio Cecchi Gori non deve essere un gran conoscitore del fenomeno ultrà. Diversamente, lui e quell’altro bambinone di Antognoni, scegliendo la sede della gara di coppa Uefa col Grasshopper, si sarebbero opposti all’ipotesi di giocare a Salerno, dove l’altra sera la tensione si tagliava col coltello. Non è solo una frase retorica. Le lame c’erano davvero, nelle tasche degli ultrà granata. «Scusa, sai che ore sono? Ma tu di dove sei?», erano le domande più frequenti, che centinaia di ragazzi minacciosi rivolgevano ai passanti. Vere e proprie ronde, presidiavano la stadio “Arechi”. Alle 19 circa, ecco i primi agguati e le violente cariche della polizia.
Quante partite sono state disputate venerdì sera? I salernitani non erano disposti a dimenticare quello che è accaduto quindici giorni prima a Firenze. Due granata accoltellati davanti al bar Marisa, storico ritrovo del Collettivo Autonomo viola. Quel sangue andava vendicato.
Quindi dal primo pomeriggio è iniziata la caccia al fiorentino. E se in campo non c’è stata partita, sugli spalti la provocazione è andata avanti per tutto il primo tempo. Una rissa è scoppiata nella tribuna occupata dai salernitani. Alcuni tifosi viola della Campania, che avevano sbagliato settore, sono stati costretti a ripiegare in fretta il loro striscione. Calci e pugni. Poi, a partita iniziata, sono arrivati una settantina di ultrà fiorentini e subito cori ed insulti. I viola scendono raramente a sud e quindi, quei pochi temerari, erano i più “duri”. Questo il loro repertorio: «Verona, Verona», «Quanto puzzate, terroni quanto puzzate», «Serie “B”, serie “B”». Ecco quello dei salernitani: «Figli di Pacciani, voi siete figli di Pacciani»… Che si stessero svolgendo due “partite”, si è capito quando dal settore viola si è levato il coro: «Alluvionati, voi siete alluvionati»… e pensare che l’incasso è stato devoluto alle vittime del disastro di Sarno!
Poi, quando nessuno se l’aspettava, è scoppiata la bomba che ha ferito Flament. Una bravata quasi certamente compiuta in modo inconsapevole.  Infine, ancora botte e lacrimogeni. Adesso, tutti aspettano il verdetto dell’Uefa. Se sarà 0-3 a tavolino, forse stavolta il fumo dei lacrimogeni avvolgerà il David di Michelangelo. Probabile titolo delle testate sportive: «Firenze insorge». Il campionato continua. Sugli spalti.
Claudio Dionesalvi
Il Domani, 5 novembre 1998

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