Lunga vita alle ludoteche

Da otto mesi a questa parte, i ragazzi di via Popilia e Serra Spiga hanno cambiato abitudini. Non sono stati assorbiti dagli schermi di internet, che rimane un passatempo per chi può permettersi salate bollette telefoniche. I bambini dei quartieri più degradati della città, ogni giorno, frequentano le ludoteche. Realizzate dall’amministrazione comunale, che ha voluto dare attuazione ad un progetto presentato da una cooperativa di 12 donne, le ludoteche “Il mondo di Oz” rappresentano le novità più interessanti del ’98. Ne sanno qualcosa le mamme di circa  trecento bambini, perché durante le ore lavorative possono impegnare i loro figli senza ricorrere a costose baby-sitter. Per la precisione, sono 170 gli iscritti nei registri di via Popilia e 120 quelli di Serra Spiga. L’età minima è 4 anni, la massima 14. I passatempo, nelle ludoteche, non sono mai casuali. Certamente, i giochi sono diversi da quelli del marciapiede che spesso si trasforma in una scuola di teppismo: caccia al topo, impiccagione della lucertola, tiro al lampione, lotta libera. Nulla di tutto ciò. Nelle ludoteche sono attivi i laboratori, in cui i bambini realizzano i propri giocattoli, utilizzando materiali poveri, come la carta o gli oggetti da buttare via. La promozione di una socialità alternativa ai valori che si tramandano sulla strada, spinge i bambini a costruire gli oggetti in modo artigianale. Le nostre famiglie, purtroppo, ci educano a rispettare solo i balocchi che rientrano nella proprietà privata; il primo principio che viene inculcato nell’infanzia. E così, quando i bambini incontrano un oggetto collettivo, come può essere un giocattolo in dotazione ad un asilo nido, non si preoccupano di custodirlo. Lo fanno a pezzi. Un significativo traguardo, raggiunto dalle operatrici delle ludoteche, consiste proprio nell’aver trasmesso ai loro piccoli utenti una cultura di rispetto per la proprietà collettiva. Nel programma quotidiano, non mancano i tornei di calcetto, othello e corsa coi sacchi. Solo luci e niente ombre? No, perché l’esperimento è riuscito, ma solo grazie alla buona volontà delle 12 donne. I problemi sono quelli che assillano tutte le cooperative sociali: precarietà della condizione lavorativa e mancanza di strumenti idonei. Nella ludoteca del secondo lotto di via Popilia, le attività si svolgono in una stanzetta di trenta metri quadrati. Anche a Serra Spiga vanno avanti in uno spazio ridotto. Inoltre, trattandosi di un progetto a termine, pende sul capo delle operatrici la preoccupazione che il finanziamento non sarà rinnovato. Sarebbe un peccato. In questa città, le esperienze più valide sono tra quelle cooperativistiche, in cui è difficile trovare dipendenti appisolati dietro agli sportelli.
Claudio Dionesalvi
Il Domani, 1 ottobre 1998

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