La fame di ecstasy

“Un orgasmo su tutto il corpo”. Era l’effetto provocato dall’ecstasy che circolava verso la fine degli anni ottanta. A Cosenza le pasticche arrivavano molto raramente. Costavano 40 o 50mila lire. I più fortunati riuscivano a trovarle in piazza. Quelle pillolone avevano colori vivi e ad ogni tonalità corrispondeva un grado diverso di potenza. Tuttavia, restavano esperienze isolate. Non si trattava di un fenomeno massificato. Nella valle del Crati, la storia delle droghe non è paragonabile all’epopea metropolitana. Le uniche grosse novità si sono verificate nell’ultima annata e riguardano le sostanze stupefacenti “classiche”. Se, infatti, un tempo i consumatori di eroina erano costretti ad affrontare rischiosi viaggi verso la costa jonica, dove potevano acquistare la roba, oggi il servizio è a domicilio. E’ possibile rifornirsi in città. Inoltre, a partire dal gennaio scorso, a Cosenza è più semplice reperire “una grammata” di cocaina. A differenza del passato, la vendono a prezzi modici: 160mila lire. L’aumento del flusso di coca è coinciso con la quasi totale scomparsa dal mercato – almeno fino alla scorsa estate – di una pianta che negli anni settanta cresceva spontaneamente nei nostri prati: la marijuana. Diverso è il discorso sulle cosiddette “nuove droghe”. La Datura Stramonio ha fatto una fugace apparizione verso la metà degli anni novanta. A farne riscoprire le doti allucinogene ai “viaggiatori” locali era stata una comitiva di girovaghi originari dell’Australia. Alcuni giovani cosentini, incuriositi dagli strani decotti preparati da quella piccola tribù, ebbero modo di provare sulla propria pelle gli effetti devastanti dell’erba del demonio. Ancora oggi confessano di non aver recuperato completamente tutte le funzioni cerebrali. Pochi mesi dopo quell’esperienza, in Toscana, si verificò il primo caso di decesso provocato dalla Datura. Un capitolo a parte merita l’ecstasy degli anni novanta. Cambiano tanti aspetti. Aumentano le varietà. Diminuiscono i costi e le dimensioni. Rispetto al passato, gli effetti sono diversi. A Cosenza il fenomeno esiste, ma è poco visibile e relegato nei privé delle discoteche. “Dal nostro posto di osservazione – spiega il dottor Carlo De Gaetano, specialista del Servizio tossicodipendenze dell’Asl – non è possibile valutarne la portata, perché non sono in cura presso il Sert soggetti che fanno uso di queste sostanze. Tuttavia, credo di poter affermare che il problema c’è, e non va sottovalutato. Progressivamente si stanno espandendo mercato e consumo delle nuove droghe, e quindi se gli utenti non arrivano al servizio pubblico, questo deve dotarsi di strumenti adeguati per arrivare sul posto in cui il problema si verifica”. L’arresto, sabato scorso a Taormina, di due presunti spacciatori cosentini di ecstasy, sembra dare ragione all’esperto. E il parere di Giovanni, 22 anni, studente all’Unical, diventa un monito dal quale non si può prescindere: “L’ecstasy è un’alterazione della realtà. Ne ho fatto uso. Può anche essere un’esperienza che contribuisce a crescere. Ma ci sono persone che si annegano dentro questa sostanza. Io preferisco non farlo”.
Claudio Dionesalvi
Il Domani, giovedì 4 novembre 1999

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