Se invece di battersi il petto

Difficile invidiare i morti. Inverosimile volersi immedesimare nei corpi di persone massacrate durante una riunione di redazione. Eppure proviamo invidia. Sotto sotto tutti vorremmo essere Charlie Hebdo, possedere il prezioso dono della satira, reagire ridendo dinanzi alla morte violenta dei nostri compagni e di fronte ai fatti sconvolgenti dei giorni che stiamo vivendo. Nonostante siamo abituati al terrore da decenni, non abbiamo sviluppato un’attitudine a farci beffe della paura. Strategia della tensione, stragismo di Stato, bombe neofasciste e attentati mafiosi: quale sarebbe stata la storia recente d’Italia se a siffatti eventi avessimo replicato a colpi di vignette? Subirono gogna e linciaggio mediatico i pochi che ci provarono. In questo angolo di pianeta chiamato Italia, da sempre l’umorismo dissacrante è considerato oltraggioso. Infatti alberga in territori limitati. Lo praticano livornesi e napoletani. Pochissimi altri! Persino i riti popolari hanno smarrito il dono dell’allegria. In 17 secoli di connubio col potere politico, la Chiesa ha fatto di tutto per mortificare ogni forma d’estasi corale. Nella maggior parte dei casi le più antiche processioni pagane, in origine concepite per ingraziarci la natura e scacciare gli spiriti maligni, sono state convertite in cortei funebri. Non è casuale che siano gli ‘ndranghetisti e i lobbisti clericali a trasportare le sacre icone per le strade dei nostri centri urbani. Il loro è un potere che si fonda sulla tristezza, sui musi lunghi. Eppure sarebbe diverso questo pezzetto di mondo se, invece di fustigarsi, la gente ballasse intorno alle statue dei santi, e magari al posto dell’inchino i mafiosi si beccassero una sfilza di pernacchie. Ecco, dovremmo essere grati ai compagni e alle compagne di Charlie Hebdo: ci indicano una possibile strada da percorrere. Le alternative sono poche. Sono morti ammazzati, sì, ma sopravvive l’energia vitale della loro risata. Noialtri, i seriosi, rischiamo di vivere una perpetua esistenza moribonda.

Claudio Dionesalvi

pannello espositivo nella mostra su Charlie Hebdo, Cosenza, Museo del Fumetto, 9 aprile – 8 maggio 2016

mostra

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