Zaccheroni: “No al calcio in Borsa”

Il calcio italiano si prepara ad entrare in Borsa. Le società sportive si trasformano in aziende. Tra pochi mesi, gli avvenimenti dello spettacolo calcistico condizioneranno l’andamento dei titoli. Tutto sarà attentamente tenuto sotto controllo dagli imprenditori del “pallone”. Un gol, un infortunio o la cessione di un giocatore, potranno causare forti scossoni nel mercato azionario. I club italiani puntano a quotarsi a Piazza Affari, per trasferirsi poi a Londra. La gestione dell’ordine pubblico e l’entrata in Borsa sono ispirate al cosiddetto “modello inglese”. I club britannici hanno avviato la nuova metamorfosi del calcio, partendo dal potenziamento del merchandising. In Italia, la Lazio, il Bologna, il Milan, la Juve e il Parma hanno affidato agli uffici di studi economici il compito di condurre in porto l’intera operazione. Alberto Zaccheroni, gentiluomo del calcio, sta sfidando le grandi corazzate con la sua super provinciale. L’allenatore dell’Udinese considera l’entrata in borsa «un’innovazione carica di insidie».
«Non mi sembra una scelta molto positiva, – ammonisce “Zac”- perché esistono forti differenze tra la situazione inglese e il contesto italiano. In Inghilterra tutto è iniziato con la vendita delle magliette, che sono state immesse sul mercato a livelli industriali. In Italia un cambiamento così radicale è rischioso, perché potrebbe spezzarsi l’equilibrio nella gestione dei bilanci. I beni non saranno più ammortizzati».
A proposito di scelte affrettate, il governo calcistico si appresta a limitare il flusso dei calciatori extracomunitari. Sull’argomento, l’opinione di Zaccheroni non lascia spazio ad equivoci: «Sono favorevole alla riduzione degli stranieri, ma non sarà facile tornare alla situazione passata. Bisogna correre ai ripari e tutelare i settori giovanili. Spesso, nel calcio manca la programmazione. L’ingresso massiccio in Italia di giocatori provenienti da altri Paesi ha cambiato molte cose, ha comportato anche vantaggi, ma non bisogna esagerare». Sulle nuove caratteristiche del campionato di serie “A”, il tecnico dell’Udinese vede un forte equilibrio nei valori : «Non esistono grandi differenze tra le big e le provinciali. Dall’ottavo posto in giù cambia solo la mentalità. Le grandi squadre giocano ovunque per vincere. Il salto notevole è tra la “A” e la “B”, che dal punto di vista delle doti tecniche si avvicina molto alla serie “C”. In serie “A” è difficile annoiarsi. Invece, nelle categorie inferiori è molto frequente». Alberto Zaccheroni è un conoscitore delle piazze settentrionali, ma nella stagione ‘94/95 ha vissuto un’esperienza esaltante a Cosenza. «La squadra di Sonzogni – dichiara il tecnico romagnolo – ha superato senza danni il periodo di flessione che di solito attraversano le formazioni costruite per vincere. Ha buone probabilità di conquistare la promozione. Mi parlano tutti bene di questo Margiotta. Solo chi ha lavorato a Cosenza può capire quanto sia importante per i cosentini raggiungere traguardi alti».  il tecnico dell’Udinese ha guidato la formazione bruzia nella stagione più difficile della sua storia. Il Cosenza subì in pieno campionato una penalizzazione di nove punti. In riva al fiume Crati, lo ricordano tutti con affetto e sognano un suo ritorno. «Nella vita esistono poche certezze – conclude Zaccheroni – ma ciò che conta è il presente». Mai dire mai. Tutto dipende dalla volontà di “Zac”. A fine campionato il tecnico dal sorriso facile dovrà valutare un’offerta allettante. Nel suo futuro potrebbe apparire il Real Madrid.
Claudio Dionesalvi
Il Domani, 22 marzo 1998

 

 

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