Le verità degli ultrà

IL FENOMENO ultrà analizzato in ogni suo aspetto, il mondo del calcio messo alla berlina per il suo spietato cinismo e in più tanti aspetti tipicamente “cosentini” inseriti in un’appendice più che godibile. “Comunicazione e potere nello spettacolo calcistico” è la prima pubblicazione di Claudio Dionesalvi, giovane protagonista dell’underground cittadino, ultrà fin dai tempi della “Nuova Guardia”, militante del Centro sociale autogestito Gramna, autore di video sempre riusciti ed apprezzati, dottore in Lettere.
Dionesalvi ha pubblicato proprio la sua tesi di laurea, sostenuta da un docente carismatico come Pio Baldelli. Il libro, presentato al Teatro dell’Acquario, si divide in tre parti. Quella del potere, dedicata all’evoluzione e alla storia dell’organizzazione del calcio. Quella della comunicazione, vale a dire il complesso di manifestazioni di massa che sono nate intorno al calcio e ne costituiscono l’essenza e quella dei risvegli, che cerca analogie tra il calcio e gli spettacoli del passato. Claudio Dionesalvi spara a zero contro i “padroni” del calcio e i mass media ed esalta gli ultrà, unico elemento di fantasia in un mondo sempre più ipocrita e falso. L’analisi del fenomeno è completa, come solo chi ha vissuto nelle curve di tutta Italia poteva fare. L’autore sottolinea giustamente la differenza tra fenomeno e movimento e sottocultura e controcultura, il calcio è solo un pretesto per fare gruppo, per fare esperienze profonde di vita che non verranno mai documentate. Il rapporto con la polizia è descritto in tutta la sua crudezza: ragazzi uccisi o picchiati a sangue, una logica repressiva che non ha motivi di esistere e che anzi alimenta rancori e odi.
«Ogni domenica allo stadio ci sono tre gruppi ultrà – diceva un ultrà della Ternana-, noi, gli avversari e la polizia». Discorsi e riflessioni arrivano lontano. «Lo stadio – scrive Dionesalvi – è l’ultimo baluardo contro un processo di disgregazione sociale inarrestabile». Un concetto che viene esplicitato ancora meglio da una frase. “Vivere ultrà per vivere”, che è un po’ la sintesi del significato di essere ultrà, cosa assai diversa dal semplice tifoso. Nell’appendice c’è una bella intervista a Gianni Di Marzio, un racconto da brividi, sull’esempio dei “Furiosi”, sugli incidenti successivi a un derby tra Cosenza e Reggina, la ricostruzione e la spiegazione della divisione, adesso rientrata, degli ultrà cosentini.
Dionesalvi ha anche proiettato un video, molto vero e crudo, che sintetizza le esperienze descritte nel suo lavoro. È intervenuto Gabriele Carchidi, ultrà dai tempi della C2, cronista da 13 anni, ma sempre vicino alla realtà del fenomeno, che ha condiviso l’impostazione di Dionesalvi, l’ultrà che diventa sociologo.
Il Quotidiano, 30 maggio 1997

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