Calabria, Emergency arriva prima del «quarto uomo »

Tre commissari in dieci giorni che neanche in Perù. Ora però tocca trovare il quarto nome. Gli uffici di Catanzaro del commissario ad acta sono vacanti dal 5 novembre. Da quando il generale Antonio Cotticelli e la sua vice Maria Sacco sono andati via. Quella sedia è vuota e ora impazza il totonomi.
C’è il direttore sanitario di Roma 6 Narciso Mostarda, vicino al Pd, il giovane avvocato romano Jacopo Mezzetti, in orbita Forza Italia, l’illustre medico reggino Pellegrino Mancini, sponsorizzato da Matteo Salvini. Ma in pole c’è soprattutto Federico D’Andrea, ex colonnello delle Fiamme Gialle, giurista e, all’apparenza, senza etichettature politiche. Intanto, l’unica casella già occupata è quella del responsabile per l’Emergenza Covid-19. Emergency e Gino Strada sono già all’opera. Nella tarda serata di martedì, il medico di Sesto San Giovanni ha ufficializzato l’accordo assunto con la Protezione Civile. Un accordo già esecutivo.
È LO STESSO FONDATORE della Ong a sottolinearlo: “Da stamane abbiamo iniziato a lavorare con la Prociv a un progetto da far partire al più presto. Ringrazio il governo e tutti coloro che ci hanno dato sostegno in questi giorni”. Oltre ai punti triage e al supporto nei Covid Hotel, l’associazione gestirà i quattro ospedali da campo che stanno sorgendo a Cosenza, Crotone, Vibo e Locri, reimpiegando tende e strutture già utilizzate in Libano. Ospiteranno centinaia di malati Covid, nel tentativo di alleggerire la pressione sui reparti ospedalieri e i Pronto Soccorso, paralizzati dal flusso costante di pazienti sintomatici.
LA CARENZA DI POSTI LETTO è solo una delle recenti piaghe sanitarie calabresi. Il numero esiguo di tamponi, i tempi biblici nel processarli, la mancata attivazione di ospedali realizzati negli ultimi anni e mai resi operativi, l’omessa riapertura dei nosocomi minori tagliati a suo tempo dall’austerity imposta dal commissariamento, hanno portato al definitivo collasso un sistema già imploso molto prima della pandemia.
Gli attivisti che in questi giorni hanno riempito le piazze, picchettato gli ambulatori, presidiato i nosocomi, suonato i clacson per le strade, si chiedono se non fosse più utile riaprire gli ospedali chiusi. Ad esempio, l’ospedale di Siderno è da tempo inattivo e una sua riapertura avrebbe reso inutile quello da campo di Locri. Stesso discorso vale per il nosocomio di Mesoraca rispetto a Crotone.
A queste latitudini la sanità pubblica è stata depredata con interi reparti smantellati e depotenziati in questi decenni. Andrebbero poi riaperti presidi di quartiere e ripristinata la medicina territoriale. L’entrata in scena di Emergency è indubbiamente una garanzia. Che le cure e i ricoveri antivirus siano sotto la gestione dei volontari guidati da Strada è un successo frutto anche delle mobilitazioni dei clacson. Ma non basta. È il sistema che andrebbe rivoluzionato.
IL COMMISSARIO CHE VERRÀ nominato nei prossimi giorni, sarà diretta emanazione dei partiti e dei gruppi di potere che hanno contribuito a ridurre in queste condizioni questa terra. Comunque, Emergency a queste latitudini non parte da zero. Ha un’esperienza decennale in territori ostici come quelli della Piana di Gioia Tauro.
Al secondo piano di via Catena a Polistena, nel Palazzo Versace, confiscato alla potente e sanguinaria omonima ‘ndrina, sorge il poliambulatorio. È un fiore all’occhiello di sanità pubblica e gratuita: quattro medici, sei mediatori culturali, dieci infermieri, migliaia di visite in sei anni, oltre 25mila prestazioni effettuate.
I VOLONTARI E I MEDICI della Ong milanese offrono gratuitamente servizi di medicina di base, supporto psicologico, educazione sanitaria e orientamento socio-sanitario per facilitare l’accesso al sistema sanitario a chi ne ha bisogno. Senza distinzione di razza, di etnie e di religione.
Da manuale della solidarietà è l’assistenza sanitaria per le centinaia di braccianti agricoli che popolano la Piana. Le patologie più comuni di cui soffrono i migranti sono la lombosciatalgia e più in generale i dolori muscolo-scheletrici, causati dal duro lavoro nei campi, nonché dermatiti e malattie gastrointestinali.
Questo accadeva sin dal 2011 con i pulmini mobili che prestavano soccorso soprattutto ai raccoglitori. Poi la nascita nel 2014 dell’ambulatorio. Tutto in collaborazione con Libera, la cooperativa Valle del Marro, la parrocchia Santa Marina Vergine e la Fondazione “Il cuore si scioglie” di Unicoop Firenze. Si scrive Emergency, si legge pubblica sanità.
Claudio Dionesalvi, Silvio Messinetti

il manifesto, 19 novembre 2020

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